battaglia delle arance

La Battaglia delle Arance e il carnevale di Ivrea: La Rivolta più Dolce d’Italia

Nel cuore del Piemonte, dove le Alpi si affacciano sulla pianura padana, ogni anno si ripete uno spettacolo unico al mondo che mescola storia, leggenda e tradizione popolare: il Carnevale di Ivrea e la sua celeberrima Battaglia delle Arance. Questo evento straordinario, riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO, rappresenta molto più di una semplice festa carnevalesca: è la rievocazione di una rivolta medievale, un atto di ribellione collettiva che da secoli unisce un’intera comunità in una celebrazione di libertà e resistenza.

Le origini del Carnevale d’Ivrea si possono far risalire intorno al XVI secolo, quando la festa veniva gestita, in rivalità fra di loro, dai vari rioni della città, ma le radici simboliche e culturali di questa manifestazione affondano molto più in profondità nella storia medievale, quando Ivrea era una delle città più importanti del Piemonte e teatro di conflitti sociali che hanno segnato per sempre l’identità della comunità eporediese.

Indice

Le Origini Leggendarie: La Ribellione di Violetta

Secondo la leggenda a dare origine alla rivolta fu il gesto eroico di Violetta, figlia di mugnai, che non volendo sottostare allo ius primae noctis, con una spada uccise il feudatario che affamava la città. Questa figura leggendaria, conosciuta anche come la Vezzosa Mugnaia, rappresenta il cuore narrativo del Carnevale di Ivrea e il simbolo della resistenza popolare contro la tirannide.

La storia di Violetta, sebbene avvolta nel mito, riflette dinamiche sociali realmente esistite nel Medioevo: il conflitto tra il potere feudale e le aspirazioni di libertà delle comunità cittadine. Le origini dello storico Carnevale di Ivrea risalgono al Medioevo, con la protagonista indiscussa che è la Vezzosa Mugnaia, o Violetta, eroina e simbolo di libertà.

Il Marchese del Monferrato e la Tirannide

Secondo la tradizione, il Marchese del Monferrato aveva imposto pesanti tasse sulla popolazione di Ivrea e, come molti signori feudali dell’epoca, rivendicava il diritto dello “ius primae noctis” – il famigerato diritto della prima notte. Questo privilegio permetteva al signore di giacere con ogni sposa novella prima del legittimo marito, rappresentando una delle forme più odiose di oppressione feudale.

La figura del tiranno nella leggenda eporediese incarna tutti i soprusi del sistema feudale: tasse eccessive che affamavano il popolo, arbitrii giudiziari, violenze sui più deboli. La sua morte per mano di Violetta simboleggia la vittoria della giustizia popolare sulla prepotenza del potere.

La Nascita della Battaglia: Dal Simbolo alla Tradizione

La tradizione di lanciare le arance dai balconi sui carri e viceversa si dice che sia nata nel Medioevo, quando i feudatari regalavano una volta all’anno una cesta di fagioli al popolo. Tale ridicola elemosina, nel tempo, portò le varie famiglie a lanciare con disprezzo i fagioli contro i rappresentanti del potere costituito.

L’evoluzione dai fagioli alle arance rappresenta un passaggio simbolico fondamentale: “Lanciamo le arance perché sono il simbolo dello spreco carnevalesco” – spiega Francesco Rossi detto Cisco, che da oltre vent’anni tira le arance nel Borghetto – “e noi rappresentiamo il popolo che vuole rovesciare il potere”.

La Trasformazione del Rito

Il passaggio dai fagioli alle arance non è casuale: l’arancia rappresenta un frutto prezioso, costoso, che normalmente non sarebbe alla portata della popolazione comune. Lanciarla diventa gesto di spreco deliberato, di ribellione contro la scarsità, di affermazione di abbondanza. È un atto di libertà che rovescia simbolicamente i rapporti di potere: chi normalmente non potrebbe permettersi questo frutto, lo usa come arma contro l’oppressore.

Le arance, originariamente importate dalle regioni meridionali d’Italia, rappresentavano un lusso quasi irraggiungibile per la popolazione piemontese del Nord. Utilizzarle come proiettili significava trasformare un simbolo di ricchezza in strumento di lotta, rovesciando ironicamente i valori economici dell’epoca.

La Battaglia Moderna: Organizzazione e Spettacolo

La battaglia rievoca la ribellione eporediese guidata dalla giovane Violetta: il popolo, rappresentato dalle squadre degli aranceri a piedi, senza nessuna protezione, combatte a colpi di arance contro le armate del feudatario rappresentate dai tiratori sui carri.

I Numeri della Battaglia

7mila quintali di arance arrivano in città per il Carnevale, un totale di 4 milioni 285mila arance, 240 sono le arance tirate quotidianamente in media da un arancere nei giorni della Battaglia, 7000 è il totale degli aranceri, 9 sono le squadre a piedi, 54 i carri da getto, 1947 è l’anno della prima Battaglia.

Questi numeri impressionanti testimoniano la grandiosità di un evento che mobilita un’intera città e attira visitatori da tutto il mondo. L’organizzazione richiede mesi di preparazione e il coordinamento di centinaia di volontari che rendono possibile questo spettacolo unico.

Le Squadre degli Aranceri

Gli aranceri a piedi si dividono in nove squadre storiche, ognuna con la propria identità, colori distintivi e tradizioni:

Ace di Picche: Una delle squadre più antiche e combattive Diavoli: Famosi per il loro spirito guerriero e l’organizzazione tattica Scacchi: Strateghi della battaglia, noti per le loro mosse coordinate Mercenari: Combattenti esperti che accettano sfide da tutte le squadre Morte: Il nome intimidatorio nasconde una delle squadre più leali Tuchini: Discendenti ideali degli antichi ribelli piemontesi Credendari: Guardiani delle tradizioni più antiche Pantera Nera: Agilità e velocità caratterizzano questa squadra Aranceri di Borghetto: I padroni di casa del rione più pittoresco

I Carri da Getto

I carri che rappresentano le truppe del tiranno sono trainati da cavalli e protetti da reti metalliche per difendere gli equipaggi dal lancio delle arance. Ogni carro ha la propria personalità e storia, spesso tramandate di generazione in generazione dalle famiglie che lo gestiscono.

Caratteristiche tecniche: Altezza massima 4 metri, larghezza 2,5 metri, equipaggio di 6-10 persone, protezioni omologate secondo severe norme di sicurezza.

Decorazioni: Ogni carro è decorato secondo temi storici o fantastici, con colori vivaci e simboli che richiamano l’epoca medievale della leggenda.

Lo Storico Carnevale di Ivrea affonda le radici nel Medio Evo; è un Carnevale i cui riti primari, la Zappata e l’abbruciamento degli Scarli condotti dagli Abbà sino alla fine del ‘700 – sono stati tramandati oralmente fino al 1808, anno in cui appare la prima trascrizione

La Zappata: Il Rito dell’Abbondanza

La Zappata rappresenta uno dei riti più antichi del Carnevale eporediese. Questo cerimoniale prevede la distribuzione di fagioli e fagiolata a tutta la popolazione, simboleggiando l’abbondanza che sostituisce la carestia imposta dal tiranno. Il rito si svolge nelle piazze principali della città e coinvolge tutte le famiglie storiche del Carnevale.

L’Abbruciamento degli Scarli

Gli Scarli sono fascine di legna che vengono accese nelle sere che precedono la Battaglia delle Arance. Questo antico rito purificatorio rappresenta la fine dell’inverno e l’annuncio della primavera, ma nel contesto del Carnevale eporediese simboleggia anche il rogo dei simboli dell’oppressione feudale.

Gli Abbà: I Guardiani della Tradizione

Fino alla fine del XVIII secolo, il Carnevale era gestito dagli Abbà, figure che univano funzioni religiose e civili nella conduzione dei festeggiamenti. Questi personaggi, eletti democraticamente dalla popolazione, garantivano la continuità delle tradizioni e l’ordine durante i festeggiamenti.

La Battaglia delle Arance: Meccaniche e Regole

La battaglia rappresenta lo scontro tra il popolo, simboleggiato dagli aranceri a piedi, e le truppe del tiranno, raffigurate dagli aranceri sui “carri da getto”. Questo confronto simbolico segue regole precise che garantiscono spettacolo e sicurezza.

Le Regole del Combattimento

Aranceri a piedi: Rappresentano il popolo in rivolta, combattono senza protezioni se non un berretto di lana rossa (il berretto frigio, simbolo di libertà). Possono muoversi liberamente per le piazze e coordinarsi in formazioni tattiche.

Aranceri sui carri: rappresentano le truppe del tiranno, sono protetti da scudi e reti metalliche. Devono rimanere sui carri durante tutto il combattimento e possono lanciare arance solo dall’alto delle loro postazioni.

Zone di battaglia: Le piazze principali di Ivrea diventano teatri di guerra: Piazza di Città, Piazza del Rondolino, Piazza Sant’Antonio, Via Arduino, Piazzale della Mecca, Via Palestro, Borghetto e Piazza Ottinetti.

Strategia e Tattiche

Ogni squadra di aranceri sviluppa proprie tattiche e strategie:

Coordinamento: Movimenti sincronizzati per concentrare il fuoco su singoli carri Resistenza: Tecniche per resistere ai bombardamenti dall’alto Mobilità: Sfruttamento della superiorità numerica e della velocità di movimento Rifornimenti: Organizzazione logistica per garantire munizioni continue

Quest’anno, la battaglia delle arance va dall’11 al 13 febbraio, cioè per tre giorni fino a Martedì grasso, e conta circa 9200 aranceri e 52 carri per il getto degli agrumi

Il Calendario dei Festeggiamenti

Il Carnevale di Ivrea si svolge tradizionalmente nei tre giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri:

Domenica: Prima battaglia e apertura ufficiale dei festeggiamenti Lunedì: Battaglia principale con il maggior numero di partecipanti
Martedì Grasso: Battaglia finale e chiusura del Carnevale

Orari e Percorsi

Le battaglie si svolgono in orari prestabiliti, permettendo agli spettatori di spostarsi tra le diverse piazze per seguire l’evolversi del combattimento. Ogni piazza offre caratteristiche diverse: spazi ampi per manovre tattiche, vicoli stretti per combattimenti ravvicinati, scorci pittoreschi per fotografie memorabili.

Le Tradizioni Collaterali: Un Carnevale Completo

Il Corteo Storico

Il Carnevale non si limita alla Battaglia delle Arance, ma include un ricco corteo storico che rievoca l’epoca medievale con costumi fedeli, musiche d’epoca e rappresentazioni teatrali che narrano la storia di Violetta e della liberazione di Ivrea.

Personaggi del corteo:

  • La Vezzosa Mugnaia: Violetta in persona, protagonista assoluta
  • Il Generale: Comandante delle truppe popolari
  • I Pifferi e Tamburi: Musicisti che scandiscono i ritmi della festa
  • Le Vivandiere: Rappresentano le donne che sostentavano i ribelli
  • Il Sostituto Gran Cancelliere: Autorità civile del Carnevale

La Fagiolata del Lunedì

La tradizione vuole che il lunedì grasso venga distribuita gratuitamente fagiolata a tutta la popolazione, rievocando l’abbondanza riconquistata dopo la liberazione dal tiranno. Migliaia di persone si riuniscono nelle piazze per condividere questo pasto simbolico che suggella l’unità della comunità.

I Riti Religiosi

Nonostante le origini laiche della festa, il Carnevale mantiene momenti di raccoglimento religioso che riflettono la profonda spiritualità della comunità eporediese:

Messa in Duomo: Celebrazione solenne che apre i festeggiamenti Benedizione dei partecipanti: Momento di protezione spirituale prima della battaglia Te Deum di ringraziamento: Conclusione religiosa del Carnevale

Curiosità e Aneddoti della Battaglia

Quest’anno sono stati 127 i contusi durante la prima giornata della battaglia

Nonostante l’apparente violenza, la Battaglia delle Arance è sorprendentemente sicura grazie a regole precise e organizzazione meticolosa. I ferimenti sono generalmente lievi: lividi, piccoli tagli, qualche bernoccolo. Il servizio sanitario è sempre presente con ambulanze e personale medico specializzato.

Le Arance: Un’Economia Parallela

Le arance utilizzate provengono principalmente dalla Sicilia e vengono selezionate appositamente per la battaglia: devono essere mature al punto giusto per esplodere all’impatto ma non troppo molle da non essere lanciabili efficacemente. Il trasporto di 700 tonnellate di agrumi richiede un’organizzazione logistica complessa e rappresenta una voce economica importante per la città.

I Soprannomi degli Aranceri

Ogni arancere esperto guadagna un soprannome che ne riconosce le gesta: “Cisco”, “il Lupo”, “Tempesta”, “Freccia”. Questi nomi da battaglia diventano parte dell’identità carnevalesca e vengono tramandati di generazione in generazione.

Le Protezioni Improvvisate

Sebbene le regole vietino protezioni agli aranceri a piedi, la creatività popolare ha sviluppato stratagemmi per minimizzare i danni: caschi nascosti sotto i berretti, imbottiture sotto i vestiti, tecniche di schivata tramandate dai veterani.

L’Aspetto Antropologico: Catarsi Collettiva

Il Carnevale di Ivrea rappresenta un fenomeno antropologico di straordinario interesse: una comunità che ogni anno mette in scena la propria ribellione ancestrale, liberando tensioni sociali attraverso un rito collettivo catartico.

La Funzione Sociale

Unità comunitaria: Il Carnevale unisce tutta la popolazione al di là delle divisioni sociali, politiche ed economiche. Durante questi giorni, Ivrea diventa davvero una comunità unica.

Memoria storica: La rievocazione mantiene viva la memoria delle lotte per la libertà, trasmettendo valori democratici alle nuove generazioni.

Identità locale: Il Carnevale rafforza il senso di appartenenza territoriale e la pride locale, distinguendo Ivrea da ogni altra realtà italiana.

Psicologia della Battaglia

Liberazione delle tensioni: La battaglia permette di scaricare aggressività e frustrazioni in un contesto controllato e simbolico.

Rovesciamento dei ruoli: Per tre giorni, i rapporti di potere si capovolgono e il popolo può “attaccare” simbolicamente l’autorità.

Esperienza comunitaria: La partecipazione collettiva crea legami sociali profondi e duraturi.

Impatto Economico e Turistico

Turismo Internazionale

Il Carnevale di Ivrea attira ogni anno decine di migliaia di visitatori da tutto il mondo, generando un indotto economico significativo per la città e l’intero territorio piemontese. Hotel, ristoranti, guide turistiche, commercianti locali vivono una settimana di boom economico che supporta l’economia locale per tutto l’anno.

Media Coverage

L’evento riceve copertura mediatica internazionale, con troupe televisive di tutto il mondo che documentano questo spettacolo unico. La battaglia è stata definita “the strangest carnival in the world” dalla BBC e “la più dolce delle guerre” dai media italiani.

Preparazione e Organizzazione

La Logistica delle Arance

L’approvvigionamento e la distribuzione delle arance richiede una pianificazione minuziosa:

Acquisto: Contratti con produttori siciliani per garantire qualità e quantità Trasporto: Decine di camion per portare 700 tonnellate di arance nel Piemonte Stoccaggio: Depositi refrigerati per mantenere la freschezza Distribuzione: Rifornimento continuo delle squadre durante la battaglia

Sicurezza e Controlli

Controlli medici: Ogni partecipante deve sottoporsi a controlli sanitari preventivi Formazione: Corsi di preparazione per i nuovi aranceri Regolamenti: Codici di comportamento rigidi per garantire fair play Assicurazioni: Coperture specifiche per tutti i partecipanti

Le Tradizioni Collaterali

I Costumi Storici

Ogni partecipante al corteo indossa costumi realizzati secondo criteri di fedeltà storica. Le sarte locali lavorano tutto l’anno per preparare abiti medievali, rinascimentali e ottocenteschi che conferiscono autenticità alla rievocazione.

La Gastronomia del Carnevale

Il Carnevale ha sviluppato una propria tradizione gastronomica:

Fagiolata: Il piatto simbolo distribuito gratuitamente Dolci tradizionali: Biscotti e torte secondo ricette antiche Vini locali: Accompagnamento immancabile dei festeggiamenti

Artigianato Locale

Durante il Carnevale, gli artigiani locali espongono creazioni ispirate alla tradizione: ceramiche, tessuti, oggetti in legno che reinterpretano i simboli e i personaggi della festa.

Sostenibilità e Futuro

Gestione Ecologica

Negli ultimi anni, l’organizzazione ha sviluppato pratiche sempre più sostenibili:

Riciclo delle arance: Dopo la battaglia, tutte le arance vengono raccolte e trasformate in compost per l’agricoltura locale Materiali biodegradabili: Eliminazione progressiva di plastiche e materiali non riciclabili Trasporti green: Incentivazione dell’uso di mezzi pubblici per raggiungere Ivrea

Preservazione della Tradizione

Il futuro del Carnevale richiede un equilibrio delicato tra conservazione della tradizione e adattamento ai tempi moderni:

Formazione dei giovani: Trasmissione delle competenze tradizionali alle nuove generazioni Documentazione: Archivio digitale per preservare memoria e conoscenze Internazionalizzazione responsabile: Crescita del turismo senza snaturare l’autenticità

Riconoscimenti e Prestigio

Patrimonio UNESCO

Il riconoscimento come Patrimonio Culturale dell’UNESCO testimonia l’importanza antropologica e culturale del Carnevale di Ivrea, inserendolo tra i beni immateriali dell’umanità da proteggere e tramandare.

Primati Italiani

Il più antico: Considerato uno dei carnevali più antichi d’Italia Il più originale: Unico nel suo genere, non replicato da nessun’altra città Il più partecipato: Coinvolge attivamente tutta la popolazione locale

Impact Sociale e Culturale

Educazione alla Democrazia

Il Carnevale di Ivrea funziona come straordinaria scuola di democrazia partecipativa: le decisioni vengono prese collettivamente, le responsabilità sono condivise, la leadership è rotativa. Questi principi, appresi durante l’organizzazione della festa, si riflettono nella vita civica della città durante tutto l’anno.

Coesione Sociale

La preparazione e lo svolgimento del Carnevale creano legami sociali che superano le divisioni generazionali, economiche e culturali. Famiglie intere partecipano da generazioni, creando dinastie di aranceri che tramandano tecniche, storie e valori.

Orgoglio Territoriale

Il Carnevale rappresenta un elemento distintivo che conferisce a Ivrea un’identità unica a livello nazionale e internazionale. Gli eporediesi sono profondamente orgogliosi della loro tradizione e si sentono custodi di un patrimonio culturale inestimabile.

Conclusioni: Una Tradizione Viva per il Futuro

Il Carnevale di Ivrea e la sua Battaglia delle Arance rappresentano molto più di una festa locale: sono una lezione di storia vivente, una celebrazione di valori universali come la libertà, la giustizia e la resistenza all’oppressione. In un’epoca dominata dalla virtualità e dai rapporti digitali, questo evento riporta al centro l’esperienza fisica, il confronto diretto, la partecipazione attiva.

Ogni arancia lanciata porta con sé secoli di storia, ogni grido di battaglia riecheggia antiche rivendicazioni di giustizia, ogni momento di questa festa straordinaria conferma che alcune tradizioni sono troppo preziose per essere dimenticate o snaturate.

Il Carnevale di Ivrea continua a dimostrare che la cultura popolare, quando autentica e profondamente radicata, può resistere a qualsiasi cambiamento epocale, adattandosi senza perdere la propria essenza. È una lezione di resilienza culturale che Ivrea offre al mondo: alcuni valori – la libertà, la giustizia, la solidarietà comunitaria – sono così fondamentali da meritare di essere celebrati, ricordati e trasmessi di generazione in generazione.

In questo angolo di Piemonte, ogni anno si rinnova un miracolo: migliaia di persone si riuniscono per celebrare non la violenza, ma la vittoria della giustizia; non la distruzione, ma la costruzione di una comunità più forte e unita. È la dimostrazione che la tradizione, quando autentica, non guarda al passato ma costruisce il futuro.

Articolo pubblicato da Stile Tricolore

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